3 Novembre 2022

Il Flash fa male ai neonati? 

flash e neonatiUna delle domande più frequenti che ci sentiamo porre noi fotografi è se l’uso del flash possa fare male agli occhi dei bambini, specialmente i neonati nei primi giorni di vita.

Premesso che lo Studio Fotografico Santarelli esegue i servizi fotografici per i più piccoli esclusivamente con lampade a luce continua dotate di softbox, la domanda merita un approfondimento e una risposta quanto meno scientifica.Innanzi tutto bisogna capire come funziona un “flash” e che tipo di luce emette. 

Le lampade flash (i così detti flash da studio) e i lampeggiatori (i piccoli flash montati sopra le macchine fotografiche) emettono una quantità di luce, variabile per intensità a seconda della potenza del flash, concentrata in una frazione di secondo. Tutte le macchine fotografiche hanno la capacità di catturare l’immagine proprio in una frazione di secondo e il compito del flash è proprio quello di fornire la giusta luce per illuminare il soggetto in quell’esatto istante.Il principio di funzionamento può essere facilmente compreso facendo un’analogia.

Facciamo finta di dover travasare l’acqua di un secchio pieno in un secchio vuoto. Operiamo un piccolo foro alla base del secchio pieno e lasciamo scorrere l’acqua nell’altro secchio: sicuramente ci vorrà un bel po’ di tempo! La luce continua (come quella emessa da una comune lampada) funziona allo stesso modo. Emette luce in modo continuo, ma poco per volta.

Se invece decidessimo di rovesciare tutto il contenuto del primo secchio nel secondo secchio, il passaggio di acqua sarebbe quasi istantaneo. Il flash funziona allo stesso modo, riversa una determinata quantità di luce tutta insieme.

Ma l’acqua del secchio, sia che venga versata tutta insieme, sia che venga versata tramite un piccolo foro, avrà sempre la stessa consistenza (sarà sempre acqua!) e la quantità finale riversata sarà sempre la stessa! La luce del flash, infatti, a livello elettromagnetico (la luce è una radiazione elettromagnetica, come le onde sonore) ha la stessa lunghezza d’onda della luce emessa dalle lampade continue: entrambe emettono solo luce visibile (o nello spettro visibile) e mai ad altre lunghezze d’onda, tipo la luce ultravioletta.

In questo senso, rispetto alla luce flash, è già più pericolosa la “luce solare” che, oltre allo spettro visibile, è composta anche dai così detti raggi UV (dannosi sia per gli occhi che per la pelle)!

Già queste prime considerazioni potrebbero bastare per rispondere “No! La luce del flash non può fare male ai neonati”! ma manca un riscontro scientifico che ci viene fornito dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB).

Sul loro sito è pubblicato un interessante articolo sul tema che riportiamo qui di seguito.

I flash fanno male alla vista?

Si resta per un attimo abbagliati e leggermente storditi: avviene quando si viene fotografati con un flash particolarmente potente. Infatti, la retina va in ‘saturazione’ per una frazione di secondo, ossia in ‘sovraccarico’.

Cosa accade però se si viene fotografati spesso? Generalmente nulla. Tuttavia, è prudente non scattare una foto col flash da una distanza troppo ravvicinata perché, in quel caso, ci potrebbero essere delle conseguenze negative per la retina e per la cornea (la superficie trasparente dell’occhio che si trova di fronte all’iride).

Non poche persone che hanno figli piccoli si chiedono, inoltre, se l’uso costante di macchinette dotate di flash possa danneggiare i loro occhi.

La risposta, tuttavia, è nella maggior parte dei casi negativa: “I neonati – commenta Don Bienfang, docente di oftalmologia presso la Harvard Medical School – sono più protetti dai flash degli adulti poiché di solito a loro non interessa essere fotografati e non guardano diritti nell’obiettivo. Inoltre, generalmente hanno pupille più piccole, il che significa che la loro retina è raggiunta da una quantità di luce inferiore”.

In uno studio giapponese del 2006 si sono effettuati esperimenti studiando gli effetti dei flash di macchinette commerciali su cavie da laboratorio scattando foto a tre distanze diverse: dieci centimetri, un metro e tre metri. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che “l’esposizione luminosa ai flash fotografici non danneggia la cornea o la retina eccetto quando vengono esposte a mille flash a una distanza di dieci centimetri” (evidentemente troppo ridotta).

I raggi ultravioletti del sole possono nuocere gravemente alla vista. Rischi certamente più elevati sono dati dal sole, che non va mai fissato a occhio nudo; inoltre, anche i puntatori laser rossi possono nuocere gravemente alla vista se sono troppo potenti e vengono indirizzati direttamente negli occhi.

“In generale – commenta Marco, medico oculista della IAPB Italia onlus (800-068506) – ogni forma di luce forte nella fovea, la zona più sensibile al centro della retina, può essere dannosa. Ad esempio, chi volesse osservare un’eclissi di sole e non facesse uso di speciali protezioni (filtri solari superiori rispetto a quelli dei normali occhiali da sole) può andare incontro alla cecità per ustioni retiniche irreversibili” (maculopatia fototraumatica).